La mattinata di Mercoledì 3 maggio per il nostro Istituto è stata all’insegna della giustizia.
I ragazzi delle 3* SSPG, e quelli delle Prime e delle classi terminali del liceo hanno infatti potuto partecipare ad una iniziativa della Camera Penale di Brescia, volta a sensibilizzare i giovani non solo al diritto penale, ma anche alle tematiche cruciali e controverse dello stesso.
Dopo un’introduzione generale ai princìpi costituzionali del “giusto processo”, delineati nell’art.111 della nostra Costituzione, riformato interamente 1999, i nostri studenti si sono trovati a riflettere in merito al diritto alla difesa (ex art.24 Cost.) ed al suo carattere “irrinunciabile”.
La parte più viva dell’incontro è stata la simulazione di un vero e proprio processo penale, in cui i nostri alunni, divisi in tre gruppi, hanno avuto l’onore di poter comprendere, dall’interno, la complessità di un procedimento molte volte frainteso e dai mass media spogliato della sua importanza sostanziale. Ogni parte, chi Pubblico Ministero, chi difensore e chi Camera di Consiglio, ha dato il proprio apporto nella costruzione dell’istruttoria dibattimentale, della linea difensiva e della sentenza, volta a condannare un reato di rapina aggravata. Il tutto è stato orchestrato con grande abilità e capacità da Melissa Cocca, Andrea Cavaliere e Lucia Ferrara, gli avvocati penalisti del Foro di Brescia che si sono occupati di portare degli assaggi del mondo penale nelle scuole superiori della nostra Provincia.
Da non dimenticare poi, nella parte finale della mattina, è stato il momento di riflessione dedicato alle condizioni degradanti delle carceri italiane, mediante un reportage tra i corridoi e le celle del carcere Nero Fischione, ex Canton Mombello, riflessione in cui si è ribadita la necessità di interventi che mirino al pieno rispetto dei principi costituzionali di “divieto di pena disumana” e di “rieducazione del reo”, (ex art.27 Cost).
A concludere queste preziose ore dedicate alla giustizia penale c’è stata infine la proiezione di un’intervista ad un giovane che, dopo l’arresto per spaccio, ha affrontato il lungo e tortuoso percorso della Comunità e, in seguito, del reintegro in una società dove forti sono ancora il pregiudizio e l’effetto stigmatizzante del reato.
Iniziative come questa confermano quanto i ragazzi debbano essere sensibilizzati a temi forti, a volte scomodi, certamente toccanti, ma parti integranti di una realtà che tra poco essi vivranno nel ruolo di protagonisti.